lunedì 23 aprile 2012

de - equitalizzato


a Dopo i comune denuclearizzati, i comuni "de-equitalizzati". Forza Belluno! (Passate parola!)
"Il Comune di Calalzo di Cadore HA ESPULSO EQUITALIA DAL PROPRIO TERRITORIO, DICHIARANDOLO COMUNE DE-EQUITALIZZATO! Il nuovo Sindaco ha deciso di tornare ad occuparsi direttamente della riscossione dei tributi ordinari e della riscossione coatta, dando così la possibilità ai cittadini di recarsi in comune e discutere dell'eventuale situazione di difficoltà finanziaria. Questo piccolo Comune di 2.250 abitanti risparmierà ogni anno 20.000 euro! Esiste una legge, la 166/2011 che prevede che i Comuni possano non appoggiarsi a Equitalia!!". Renzo

sabato 21 aprile 2012

alcuni punti programma a 5 stelle


QUESTO E' IL PROGRAMMA DEL MOVIMENTO 5 STELLE.

Leggere attentamente le modalità d'uso, può nuocere gravemente alla salute(dei politici).

Programma.

L’organizzazione attuale dello Stato è burocratica, sovradimensionata, costosa, inefficiente.
Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere
il candidato, ma solo il simbolo del partito. La Costituzione non è applicata. I partiti si sono
sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio.
• Abolizione delle province
• Accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti
• Abolizione del Lodo Alfano
• Insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico
• Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica
• Eliminazione di ogni privilegio particolare per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione
dopo due anni e mezzo
• Divieto per i parlamentari di esercitare un’altra professione durante il mandato
• Stipendio parlamentare allineato alla media degli stipendi nazionali
• Divieto di cumulo delle cariche per i parlamentari (esempio: sindaco e deputato)
• Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati
• Partecipazione diretta a ogni incontro pubblico da parte dei cittadini via web,
come già avviene per Camera e Senato
• Abolizione delle Authority e contemporanea introduzione di una vera class action
• Referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum
• Obbligatorietà della discussione parlamentare e del voto nominale per le leggi di iniziativa
popolare
• Approvazione di ogni legge subordinata alla effettiva copertura finanziaria
• Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima delle loro approvazione per ricevere i
commenti dei cittadini.
paul krugman


Paul Krugman sull’euro come Beppe Grillo?

20/04/2012 - L'economista premio Nobel vuole la fine della moneta unica, secondo Repubblica. Ma...

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Il giorno dopo l’intervento shock di Beppe Grillo sulla fuoriuscita dell’Italia dall’euro e il ripudio del debito Repubblica riprende un editoriale di Paul Krugman, originariamente pubblicato dal NY Times, titolandolo “L’Europa può salvarsi se si libera dall’euro”. Una scelta molto forzata, visto che il pezzo originale si chiamava “Il suicidio economico dell’Europa”.
LA TESI DI KRUGMAN – Paul Krugman è un premio Nobel assurto a fama mondiale da quando ha iniziato a scrivere editoriali sul New York Times. Grazie alla sua attività pubblicistica Krugman è diventato il più autorevole intellettuale liberal degli Stati Uniti, posizione rafforzata dalla sua credibilità accademica in campo economico. Krugman rivendica la sua formazione keynesiana, ed è sempre stato critico con risposte economiche “liberiste” alla grande crisi iniziata con il crollo di Lehman Brothers. In particolare l’editorialista del NY Times ha sempre criticato le politiche troppo restrittive delle banche centrali, e la cosiddetta teoria dell’austerità espansiva – rivendicata spesso da Giavazzi e Alesina sul Corriere della Sera – che postula una ripresa economica basata su tagli di spesa pubblica. Krugman ritiene invece che sia necessario l’esatto contrario per colmare il gap di output causato dalla recessione. Una visione prettamente keynesiana che contesta l’impostazione ideologica che ha caratterizzato le politiche economiche degli ultimi decenni, anche quelle implementate in questi anni di Lesser Depression. Come sottolinea spesso Krugman, nel lungo periodo Keynes è sempre vivo.
LEGGI ANCHE: Grillo, il buffone del debito
L’ERRORE DI REPUBBLICA – E’ sicuramente vero che il premio Nobel per l’economia sia il primo, e più autorevole, esponente nel dare una legittimità alla fuoriuscita dall’euro come risposta alla crisi. Ma Krugman, nell’articolo intitolato “Il suicidio economico dell’Europa”, evidenzia in realtà un paradosso. Le politiche dell’austerità di marca tedesca, ovvero la Berlino di Angela Merkel e la Francoforte della BCE, sono così disastrose che condurranno l’Europa alla catastrofe. Ecco perché tanto vale ragionare anche su una fuoriuscita dalla moneta unica, che sarebbe ugualmente catastrofica, come nota con vis polemica l’accademico di simpatie democratiche. Krugman non è nuovo a prese di posizioni molto forti e provocatorie. Questo stile l’ha reso famosissimo, amato dai suoi fan così come disprezzato dai suoi detrattori. Anche con Obama l’editorialista del NY Times era stato molto critico, perché aveva aspramente contestato la sua proposta di stimolo economico, da lui giudicata come ampiamente insufficiente.
BCE ED EURO NEL MIRINO – Per valutare le critiche di Krugman bisogna inoltre anche considerare che l’economista ha criticato la formazione della moneta unica sin dalla sua nascita. Secondo lui l’euro non avrebbe potuto sopravvivere a contrazioni economiche molto marcate, perché si sarebbero ripetute le crisi dei paesi in via di sviluppo che avevano la loro valuta agganciata al dollaro. Per Krugman l’euro è una moneta troppo apprezzata per i paesi in crisi, che avrebbero bisogno di una svalutazione competitiva per rilanciarsi e aggiustare i loro prezzi reali ai livelli più bassi determinati dalla recessione. Questo non è possibile per l’area euro, e la strategia deflazionaria perseguita dall’austerità, soprattutto in fase di non crescita a livello mondiale, aumenta il costo reale del debito, una situazione di strangolamento dei paesi in crisi. La descrizione di Krugman si è oggettivamente dimostrata piuttosto corretta se si valuta quanto successo in Grecia o in Spagna.
QUALE ALTERNATIVA – Il premio Nobel per l’Economia ha sempre contestato la narrazione tedesca della crisi, ovvero che la recessione nell’area euro fosse stata generata da un eccesso di debito negli anni recenti. Una narrazione che è forse pertinente per l’Italia, ma che certo non vale molto per la Spagna, che fino al 2007 aveva raggiunto un avanzo di bilancio. Per Krugman sarebbe essenziale ridurre l’attuale deficit delle partite correnti all’interno dell’area euro, che favorisce gli Stati del Nord e penalizza quelli del Sud, tramite interventi pubblici che possano rilanciare la crescita nelle aree economicamente depresse. Un trasferimento di risorse tipico degli Stati Uniti e che caratterizzò il New Deal di Roosevelt. Altrettanto essenziale sarebbe per Krugman modificare i compiti della BCE, che non dovrebbe contrastare solamente l’inflazione ma stimolare anche la crescita e l’occupazione. Simili tesi sono riprese nel programma di François Hollande, mentre mancano in Beppe Grillo. La vera tesi dell’economista è dunque che senza una vera alternativa l’Europa rischia il crollo, e che per salvare l’intera costruzione della UE questa svolta si deve palesare velocemente.
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venerdì 20 aprile 2012

euro ...misiione impossibile  (di beppe grillo)

Viviamo ormai per pagare gli interessi sul debito pubblico. E' una fornace in cui via via inceneriamo servizi sociali, nuove tasse, risparmi, case, diritti. Mentre alimentiamo questo roveto ardente ci impoveriamo. Più ci impoveriamo, più il debito aumenta e più aumentano gli interessi sul debito. Dopo sei mesi della cura Monti il debito pubblico è cresciuto e si avvicina ai 2.000 miliardi mentre l'occupazione è scesa e per questo, inevitabilmente, nel 2012 diminuirà bruscamente il gettito fiscale. Nel 2013 dovremo pagare oltre 100 miliardi di euro di interesse sul debito, circa un quarto dei 420 miliardi di tasse annuali. Ci stiamo avvitando come un aereo in picchiata per sostenere l'euro e pagare gli interessi accumulati dal Pdl e dal Pdmenoelle durante uno sciagurato ventennio.
A chi paghiamo gli interessi? Il debito pubblico è detenuto soltanto per il 14,3% da famiglie italiane. L'85,7% da banche, fondi e assicurazioni e altri investitori. Il 46,2% all'estero, in prevalenza banche francesi, tedesche, inglesi (*). Le banche sono i nuovi padroni, per nulla disponibili a rinunciare alla loro libbra di carne. A diminuire gli interessi, ad esempio, o a diluire nel tempo la restituzione del capitale. L'Italia non dispone di sovranità monetaria, non è possibile una svalutazione della lira e un riallineamento conseguente dei titoli alla nostra economia che vale molto meno rispetto al momento della loro emissione. Svalutare la lira equivaleva svalutare i titoli. Oggi non è più così. Abbiamo un cappio al collo che non possiamo toglierci e che stringerà sempre di più se non ristrutturiamo il valore dei titoli che valgono il 20/30% in meno del loro valore iniziale. Senza il prestito di mille miliardi della BCE alle banche al tasso dell'1% ,usati per comprare nuovi titoli al 5/6%, l'Italia sarebbe in pre default.
Rimandare il problema non serve. Diminuire gli interessi sul debito nel medio termine e la contemporanea emissione di nuovi titoli di Stato a basso/medio rendimento sono una "mission impossible". Il ricatto è sempre il solito, se non si prosegue su questa strada si esce dall'euro. Ma dall'euro siamo già usciti, l'euro non rispecchia più il valore della nostra economia, al massimo il 60%. Uscire dall'euro non deve essere un tabù. Gran Bretagna e Danimarca sono parte della UE e hanno mantenuto le loro monete. Si può fare, bisogna iniziare a discuterne. Non è mai troppo tardi per tornare indietro da una strada lastricata per l'inferno.
(*) fonte Bankitalia
partiti,la paura fà 90



credo che non andremo mai più a votare,in quanto la casta politica PDL-PD meno L-UDC ha paura, paura si, di chi? loro la chiamano l'antipolitica,la demagogia ecc, la gente onesta che lavora la chiama onestà.
il 20 aprile 2012 a la7 (unica rete che fà intervenire il movimento a 5 stelle) nel programma omnibus c'era una consigliera regione emilia romagna del movimento a 5 stelle......era sola......i rappresentati della casta (pdl-pdmenoL-lega-udc)erano tutti in accordo tra di loro e contro federica salsi (cons,mov.5 stelle), ma lei teneva testa a tutti,non ha nulla da perdere,perchè lei non doveva rendere conto a nessuno,li ha zittati sempre,specialmente sul finanziamento pubblico,visto che il mov.a 5 stelle non lo prende.la paura della casta fà 90,non andremo presto a votare................................................