Il governo delle banche è uno dei temi oggi più discussi. Il debito pubblico dipende in larga parte da operazioni finanziarie che garantiscono delle lobby e pesano su cittadini e imprese. Il signoraggio bancario è un macigno, mentre prestiti e mutui sono soggetti a tassi elevati, variabili. Inoltre, servono forti garanzie per l'accesso al credito. Eppure, a finanziare le banche sono i correntisti, spesso piccoli risparmiatori.
Dallo scorso dicembre, la Banca centrale europea (Bce) ha offerto una garanzia illimitata triennale sui titoli di Stato e altri titoli. Contestualmente, nella Legge Finanziaria del dicembre 2011, un comma assicura la garanzia italiana ai titoli emessi dalle nostre banche. "Questa legislazione - come ha precisato l'economista Loretta Napoleoni - risale al 2009, quando la garanzia statale era giustificata dal fatto che i titoli sarebbero stati immessi nel mercato".
I titoli emessi dalle nostre banche, in realtà, vengono acquistati solo dalla Bce. Il processo è questo: una banca italiana emette titoli e, con una partita di giro, li riacquista. Il titolo assume la garanzia dello Stato italiano e, grazie a questa, viene acquistato dalla Bce con un tasso d'interesse dell'1%. Nella transazione lo Stato trattiene lo 0,5%. La singola banca usa poi questi fondi per acquistare Btp o Bot, che nel dicembre scorso avevano un tasso d'interesse del 7%. Il margine di guadagno per le nostre banche è altissimo; anche ora che il tasso d'interesse praticato sui nostri titoli è sensibilmente diminuito. Di fatto, la Bce sostiene il debito italiano attraverso la mediazione bancaria, che produce titoli che non valgono nulla.
Il problema, come ha osservato Antonio Di Pietro, è che gli aiuti della Banca centrale europea aumentano solo gli utili delle banche. Queste non forniscono credito agevolato alle imprese né sostengono le famiglie con prestiti accessibili. Il leader dell'Italia dei Valori ha denunciato coraggiosamente la speculazione, svelandone retroscena e obiettivi. Si tratta di uno scandalo, in piena fase di recessione. Di Pietro e l'Italia dei Valori si battono perché le banche consentano la ripresa economica. Evidentemente, questo dipende da quanto saranno sostenute le attività produttive e da come le banche vorranno favorire, in concreto, la ripresa dei consumi.